Achille Lauro parla del suo passato difficile e aggiunge: “Se sono gay, fluido o etero? Lo lascio al caso”

15 Feb 2020 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Achille Lauro è stato senza ombra di dubbio uno dei protagonisti del Festival di Sanremo 2020. Il suo bacio con Boss Doms e i suoi look sono finiti su tutte le testate più importanti e oggi Aldo Cazzullo ha chiesto al cantante qual è il suo orientamento sessuale. Achille ha risposto che lascia questo aspetto al caso.
"Se sono etero, gay o fluido? Questo lo lascio al caso".
L'artista di Me Ne Frego ha anche rivelato che secondo lui il momento più iconico di questo Sanremo è stato il colpo di scena di Morgan e Bugo. "I Pinguini tattici nucleari che hanno chiuso con Rolls Royce? È stato il secondo momento più figo del festival. Il primo è stato Morgan che improvvisa il testo: “La tua brutta figura di ieri sera...”."

Achille Lauro e il suo passato complicato: il cantante ha smentito di essere stato in carcere da ragazzo.

"Nelle periferie la droga esiste. Far finta che non esista è più sbagliato che parlarne. È una piaga sociale che non va nascosta: ne va dato un giudizio negativo. Non posso dire che queste cose non le ho mai viste; al contrario, le conosco, e cerco di aiutare le persone a non distruggere la loro vita. Vengono a intervistarmi e poi scrivono “Lauro spaccia”, al presente, “Lauro ruba”, al presente. Sono cresciuto in un ambiente difficile, in mezzo a persone problematiche. Ma Sanremo è il frutto di quindici anni di impegno. Se avessi buttato il tempo in queste sciocchezze non sarei qui. Canto per dire ai ragazzi di non sprecare il loro tempo: prima capisci quello che vuoi fare, prima arrivi al successo. E il successo non è la fama; è la riuscita del proprio percorso. Ho suonato davanti a tre persone. Ho pagato di tasca mia la sala del primo concerto, 300 euro per lo Zoobar di Roma. Per anni non ho dormito, per creare tutto questo. Proprio quando ero stanco, a un certo punto tutto si è messo a posto, sia la mia vita sia quella dei miei. Se sono stato in galera? No. Pure questa voce fa parte della leggenda. Ho avuto abbastanza amici incasinati da capire quello che non volevo diventare. Amici reduci da dipendenza o da sbagli adolescenziali, che entravano e uscivano per cose fatte da ragazzini. Il carcere non è il posto giusto per recuperare i ragazzi. Per loro facciamo molto di più io e quelli come me".
Fonte: Corriere della Sera
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