Luca, il papà gay che ha adottato una bambina down rifiutata da 7 famiglie tradizionali

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Alba è una piccola di 18 mesi affetta dalla sindrome di down, quando è nata è stata abbandonata in ospedale dai suoi genitori biologici. Sette famiglie “tradizionali” sono state contattate per avviare le pratiche di adozione per la bambina e tutte hanno rifiutato non appena hanno saputo della sindrome. Luca Trapanese (un papà gay di 40 anni) non appena è venuto a conoscenza della storia di Alba ha deciso di chiedere l’affido e quando la bambina ha compiuto un anno, l’ha adottata.



 

“Non avevo nessuna paura di adottare un bambino disabile. (Da quando avevo 14 anni faccio volontariato e lavoro con disabili e quindi ritenevo di avere gli strumenti adatti per farlo. Dopo la separazione con il mio compagno, è stata l’opzione che per me ha prevalso. Così ho fatto richiesta nel registro speciale che consente ai single di adottare in condizioni particolari. Un figlio disabile non è una opportunità di serie b, ma una scelta consapevole rispetto alla mia vocazione e alle mie capacità.



Qualche tempo fa – spiega Luca – sono stato legalmente adottato da una signora che ha un figlio disabile, che ora è mio fratello. Lei ci teneva che me ne occupassi io quando sarà solo e quindi ho due mamme. Però è con me che Alba mostra l’attaccamento maggiore, sa che sono io la sua famiglia.

Quando arriva un figlio hai tante aspettative, vuoi che sia migliore di te, che faccia cose grandiose… il disabile distrugge queste aspettative, è il simbolo di un fallimento genetico. Poi quasi sempre diventa un figlio amatissimo. Io non ho vissuto questo drammatico inizio, ero già preparato. E sapevo che i Down sono di solito felici, allegri, giocosi, positivi. Spesso parlano con se stessi e si spronano da soli. Oggi lavorano, fanno logopedia, psicomotricità, hanno delle potenzialità da sviluppare.



Come sarà la vita di Alba? Spero bellissima. Potrebbe lavorare come me nel sociale, ma, chissà, fare mille altre cose. Già da ora le piace cantare e ballare. Andrà a scuola, avrà amici e io la sosterrò.
Se sarà più difficile trovare un partner adesso che ho una figlia? Se lo troverò sarà quello giusto, perché prenderà tutto il pacchetto.”

Adesso potrei lanciare numerose frecciatine ai politici omofobi che si ostinano ad ostacolare la possibilità per tutta la comunità LGBT di donare amore ai piccoli abbandonati dalle loro osannate “famiglie tradizionali”, ma non ho intenzione di sporcare una bella storia come questa. Quindi invece di nominare i mostri che stanno trattenendo il nostro paese nel Medioevo, vi lascio con le foto dell’amore tra un PAPA’ e sua figlia.
Una storia per certi versi simile è quella di due papà brasiliani che hanno adottato un bambino che era stato rifiutato da 3 famiglie tradizionali perché troppo “nero” e “brutto”.
Fonte: Corriere della Sera