Mahmood canta al Gay Pride (VIDEO)

Categorie: LGBT
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Ieri le parole di Mahmood hanno scatenato il caos sui social e anche su Bitchy.
In molti hanno fatto un applauso al vincitore di Sanremo condividendo le sue parole, altri invece l’hanno criticato per aver detto che fare coming out è “un passo indietro”.



“Io non ho mai detto di essere gay. La mia è una generazione che non rileva differenze se hai la pelle di un certo colore o se ami qualcuno di un sesso o di un altro. Io sono fidanzato, ma troverei poco educata la domanda se ho una fidanzata o un fidanzato. Specificare significa già creare una distinzione.

Non mi pongo il problema. L’idea stessa del coming out è un passo indietro, perché presuppone il bisogno di dividerci tra etero e omosessuali. E’ come per l’integrazione: queste cose, per la mia generazione, esistono già. Se vado a letto con un uomo o una donna non frega niente a nessuno”.



Ieri ho bacchettato Mahmood proprio per queste parole e in decine sui social mi avete passato un video del cantante al Gay Pride di Bologna del 2013, dicendomi più o meno tutti la stessa cosa “non è vero che non fa nulla per la comunità LGBT o che è contro ai diritti, eccolo al Pride“.
A questo punto credo di essermi spiegato male e proverò nuovamente a dire la mia. Non conosco Alessandro e non so se sia etero, gay o pansessuale, non so nemmeno cosa pensi dei diritti della comunità LGBT. Quello che è certo è che fare coming out nel 2019 serve a tutti e aiuta moltissimo (soprattutto se a farlo sono persone celebri). Lui dice che la nostra generazione non rileva differenze se uno è gay, africano o asiatico e già qui sta mentendo a noi e a se stesso. Ma la vera assurdità arriva quando dice che dichiararsi gay è fare un passo indietro.
In un mondo perfetto i coming out non avrebbero senso, questo è vero, così come non avrebbero senso i “locali gay” e i Gay Pride. Ma viviamo davvero in una società dove tutto questo è diventato inutile e obsoleto? Non penso, soprattutto adesso, in un mondo dove partiti che ci vorrebbero muti e senza diritti arrivano al potere.
Credere di vivere nel Fantabosco non farà certo diventare reali Fata Lina, Lupo Lucio e Tonio Cartonio.
Per arrivare al modello di società di cui parla Mahmood c’è bisogno di tanta strada. Chi non vuole o non ha il coraggio di fare coming out, dovrebbe almeno avere rispetto per chi decide di farlo, aiutando così se stesso e dando un piccolo contributo alla sua comunità.
Detto questo, ribadisco che  nessuno è qui a dire a Mahmood (se fosse gay) se dichiararsi o meno, ma solo di non vomitare assurdità su una delle poche armi che abbiamo per combattere l’omofobia.

 



Coming out a parte, spero di aver fatto felici tutti i fan di Alessandro che mi hanno passato questa performance.

Un consiglio per Alessandro: la prossima volta che ti chiedono se hai un fidanzato o una fidanzata rispondi così…