Omofobia a Bari, padre prende a calci e pugni la figlia perché è lesbica: “Ti ucciderò con un coltello”

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Ennesimo caso di omofobia in famiglia, dopo il padre che ha ucciso il figlio perché gay e quello che l’ha portato da una lucciola per “curarlo”, da Bari arriva la storia di un uomo che ha riempito di botte la figlia lesbica.



Pugni, calci e anche mani alla gola, il pescatore 67enne da mesi picchia la figlia sono per la sua omosessualità. L’ultima aggressione risale al 12 novembre ed è stata violentissima.

Marilena (che soffre di epilessia) durante il pestaggio ha provato a ribellarsi, ma non c’è riuscita. L’uomo ha continuato per diversi minuti a riempirla di calci, poi le ha tirato un pugno in faccia e le ha sbattuto la testa più volte contro una parete.
Stando a quello che riporta la vittima, suo padre le avrebbe anche detto che prima o poi la ucciderà con una mazza o un coltello. Per questo motivo Marilena ha deciso di denunciare l’accaduto e recarsi al pronto soccorso, dove le hanno riscontrato un trauma cranico, contusioni a spalla e mano sinistra oltre a un ematoma al naso, guaribili in 15 giorni.



“Temo per la mia vita. Quell’uomo è imprevedibile va curato. In quella casa non ci posso stare più e non so dove andare. Cerco una sistemazione e un lavoro che sia compatibile con i miei problemi di salute. Vi prego aiutatemi”.

Genitori che uccidono i figli gay, altri che li vogliono curare o che li riempiono di botte. In un paese dove l’omofobia è ancora un problema serio, non siamo al sicuro nemmeno in famiglia. Speriamo che il governo si sbrighi a darci una legge contro l’omofobia.



 

Fonte:  ilquotidianoitaliano.com