Orange Is The New Black: il meglio (e il peggio) della quarta stagione in GIFs

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Sarò sincero: la quarta stagione di Orange Is The New Black (a causa probabilmente delle mie altissime aspettative, maledette aspettative) mi ha molto deluso.
Fra nuovi ingressi e qualche colpo di scena, la stagione è scorsa piacevolmente lasciandomi però molti “mah” e qualche “wtf” in testa.
Iniziamo da Piper Chapman, la protagonista.
Piper è passata da credersi un gangsta con la ‘A’ finale a ultima delle sfigate tradita addirittura dalla sua tirapiedi hawaiana Hapakuka (la bravissima Jolene Purdy di Donnie Darko).



Il suo personaggio è passato da maleducato ad infame (s*uttanando il commercio illegale di mutandine usate delle sue colleghe latine), fino a tornare l’agnellino della prima serie una volta marchiata a fuoco da Maria Ruiz, vogliosa di vendetta.



Un personaggio cardine di questa serie è Maria Ruiz che è passata da neo-mamma vogliosa di riabbracciare la propria figlia a capo della gang criminale delle latine.
Il motivo che l’ha spinta ad iniziare un commercio illegale di mutandine beccandosi altri cinque anni alla sua condanna è un mistero.
Non felice, però, dopo l’aumento della pena Maria Ruiz ha iniziato a spacciare pure eroina.
Ok.

Impossibile parlare di Orange Is The New Black senza citare Red, uno dei miei personaggi preferiti.
Con questa stagione abbiamo scoperto che la russa ha fatto a pezzi quattro uomini prima di essere incarcerata e che la sua unica missione dietro le sbarre è cercare di far disintossicare le sue “figlie”.
Missione che ha portato a casa pessimi risultati dato che una è morta (Trisha) e l’altra (Nicky) è rimasta tossicodipendente.
L’importante è provarci, Red.

Una nota positiva della quarta serie è Lolly Whitehill, la mia preferita.
I suoi sketch mi hanno fatto inizialmente sorridere, poi commuovere.
La scena in cui viene accusata (ingiustamente) dell’omicidio del sicario e trasferita nel carcere psichiatrico mi ha molto toccato.
Le sue grida a Mister Healy mentre si accorge in che posto si trova e le lacrime di lui che ha rivisto in Lolly sua madre ed il suo doppio fallimento nel cercare di aiutarle mi ha fatto stare malissimo.

La stessa sensazione provata qualche serie fa quando fu scarcerata con un rilascio compassionevole (e quindi mandata a morire per strada) l’ottantenne Jimmy, malata di Alzhaimer, che rivide in Piper sua figlia Roberta.

Un altro personaggio che mi ha molto commosso è – come sempre – Crazy Eyes.
Il ruolo di Occhi Pazzi, interpretato magistralmente dalla bravissima Uzo Aduba, ha mostrato con questa serie tutta la sua dolcezza e tutta la sua voglia di essere amata e di essere utile alla società.
Finita in carcere per una drammatica casualità (un bambino con cui giocava è caduto dalla finestra ed è stata accusata di omicidio), Occhi Pazzi è stata protagonista di una denuncia sociale molto grave (soprattutto dopo la recente strage di Orlando) la compra-vendita delle armi come se fossero caramelle.
In questo caso acquistata al supermarket insieme a del succo d’arancia e del dentifricio.

Un’altra denuncia sociale che affronta la quarta stagione di Orange Is The New Black è il razzismo ed il pregiudizio delle guardie carcerarie, che perquisivano e molestavano solo le donne ispaniche ed afro-americane.
Razzismo portato avanti anche dalla gang delle bianche, la White Power Group, con la rasata SkinHead Helen.

La quarta stagione, conclusa con la tragica morte di Poussey rimasta impunita, mi ha lasciato l’amaro in bocca.
Come sarà giustificata quella morte?
Dayanara si vendicherà delle guardie con la pistola rubata?
Troveremo nuovamente Piscatella?
Piper ed Alex torneranno insieme?
Ma soprattutto: Black Cindy e Alison Abdullah continueranno quegli adorabili battibecchi religiosi fra ebrei VS musulmani?