Platinette difende Libero: “Il titolo era scherzoso. In Italia non c’è intolleranza verso i gay, siamo pienamente accettati”

28 Gen 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 5 minuti

Il titolo di Libero ha indignato tutti, moltissimi vip si sono schierati contro il quotidiano e gli sponsor sono fuggiti. Ieri sera anche Luciana Littizzetto ha massacrato Libero, oggi però arriva la difesa di Platinette, che in una lunga intervista rilasciata proprio al quotidiano, ha spiegato le sue ragioni:
"Io non mi sono offeso. Erano chiari l’intento provocatorio e scherzoso e la mancanza di una volontà di insultare. Potrei dire che non è dei più riusciti, perché l’allegoria è poco simpatica e l’effetto non è stato goliardico, ma bisogna essere pronti a ironizzare. Abbassiamo i cannoni di Navarone, perché il titolo di Libero non provoca dei danni reali alla comunità gay. Prima che fin*cchio o gay, io sulla carta d’identità ho scritto italiano, mi rapporto con questo Paese e ti dico che noi omosessuali non abbiamo più bisogno di invocare quote e fare battaglie di categoria che affermino il diritto alla nostra diversità per mirare poi a essere trattati come gli altri. Ormai in Italia siamo ovunque, pienamente accettati. Non c’è intolleranza verso di noi. Guarda la tv, che è il metro popolare del mondo attuale. - dice Platinette - Sfuggo il pregiudizio ideologico per cui non si può essere gay se non si è di sinistra. Se così fosse, Berlusconi dovrebbe chiudere Mediaset, dove sono quasi tutti fin*cchi. Il titolo però si prestava a diverse interpretazioni perché, come ha spiegato Umberto Eco nella sua fenomenologia della tv, ognuno ha la propria percezione della realtà. Il guaio della destra è che è un po’ grossolana quando affronta la realtà, e questo è un imprinting duro da far sparire. In fondo è vero, i gay aumentano di numero e di potere, ma c’era un modo più elegante per dirlo. In questo dovete imparare dalla sinistra, che ha più classe e sfumature e perciò riesce a essere violenta e razzista senza destare scandalo".
  Non voglio nemmeno commentare le posizioni di Mauro Coruzzi sul titolo di quell'ammasso di fogli, ma spendo invece due parole sul fatto che Platinette dica che in Italia i gay siano pienamente accettati e che non ci sia intolleranza. Partendo dal presupposto che la parola 'accettati' non mi piace, ma passiamogli il termine (stendo invece un velo pietoso sul fatto che usi in continuazione la parola 'fin*cchi'). Non so in quale paese viva Mauro, ma a me non risulta che in Italia gli omosessuali o qualsiasi membro della comunità LGBT sia PIENAMENTE "ACCETTATO". Negli ultimi 20 anni sono stati fatti molti passi in avanti, questo è vero, ma siamo ben lontani dall'aver sconfitto l'intolleranza e la discriminazione verso i gay. In ogni dibattito tv nel quale si parla di gay ci sono politici di destra o uomini di chiesa sempre pronti ad umiliarci e vomitare cattiverie di ogni tipo. Per avere una sorta di matrimonio di serie B abbiamo dovuto assistere a scene vergognose in Parlamento. In tv per un bacio tra due uomini vengono fatte petizioni per censurare le scene incriminate. Quotidianamente i gay subiscono umiliazioni di ogni tipo e nel peggiore dei casi anche aggressioni. Già da bambini subiamo l'intolleranza e le pressioni di parenti, amici e qualche volta degli stessi genitori, che sia perché guardiamo un cartone animato "da femmina" o abbiamo l'album figurine di Sailor Moon e non di FIFA. Quando da adolescenti i nostri compagni parlano con tranquillità delle loro cotte, dei primi baci, molti di noi si nascondono, per paura o vergogna di qualcosa che dovrebbe essere normalità. Non possiamo uscire a mangiare un gelato o al cinema mano nella mano con il nostro partner senza incappare in qualche risatina o negli sguardi disgustati di qualche passante. Questo significa essere pienamente "accettati" per Platinette? Per tutti questi motivi un titolo all'apparenza innocuo come quello di Libero, è pericoloso in un paese PIENO DI RAZZISTI E OMOFOBI come il nostro. Fingere che tutto vada bene non farà migliorare le cose. Adagiarsi a pochi metri (che poi tanto pochi non sono) dal traguardo non solo non serve a niente, ma è folle, perché il rischio che qualcuno ci trascini intero è molto alto.   PS: Giusto per farvi capire le idee di Platinette, ecco cosa ha detto un anno fa sulle Unioni Civili e le famiglie rainbow:
“Mai voluto aderire all’ Arci Gay, se è questo che intendi. Un’ associazione che difende al contempo i cacciatori e le finocchie? Ma per carità. Invece quando ho visto Marco Pannella cercare l’ intesa con Silvio Berlusconi, lì sì ebbi un orgasmo, e mi dissi: “Oh, finalmente la lotta per i diritti civili si può sposare con la difesa del capitale d’ impresa”, si poteva essere finalmente gay e di destra.Invece sembra che non si possa prescindere dal conformistico unanimismo che ci deve far dire che la legge Cirinnà sulle unioni civili è una conquista di civiltà. Ma quando mai? Io respingo questo desiderio di essere come loro, gli eterosessuali, con le loro convenzioni farisaiche, a cominciare dal matrimonio che altro non è che un contratto. L’ emulazione della famiglia etero, quella brama di normalizzazione: quelle horreur! Non per citare il solito Pier Paolo Pasolini e la sua analisi dell’ omologazione, mi rifiuto di inchinarmi a questa logica per cui poi si arriva alla corsa per un figlio di Elton John e Nichi Vendola, che altro non è che il soddisfacimento di un desiderio egoistico”.
Fonte: Giornalettismo
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