Storie Maledette: le frasi più belle di Franca Leosini di questa breve (ma intensa) stagione

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Non se lo ricorda? Allora glielo ricordo io.



Lo ammetto: sono entrato anche io nel tunnel di Franca Leosini e dopo aver visto l’intervista a Sabrina Misseri e Cosima Serrano in merito all’omicidio di Sarah Scazzi, ho deciso di recuperare anche le vecchie puntate di Storie Maledette diventando a tutti gli effetti un Leosiner.

Colta, preparata, intelligente ed allo stesso tempo ironica, pungente e professionale.



E come Lory Del Santo in The Lady, anche Franca Leosini in Storie Maledette (che conduce dal 1994) ne è l’ideatrice, l’autrice e la conduttrice.

In questa edizione (durata tre puntate) ha intervistato Sabrina Misseri, Cosima Serrano e Paolo Esposito, tutti condannati all’ergastolo per aver ucciso rispettivamente cugina, nipote, compagna e figliastra.



Ecco le frasi più belle da tatuarsi sulla fronte:

 

“Prima di addentrarci nel cuore buio della vicenda” (Franca a Cosima, 11 marzo)

“Cosa faceva, oltre a stendere i crateri di cellulite delle sue clienti, ad Avetrana?” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“Adesso sembra che anche per spremere un foruncolo ci vuole un master” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“Cosa scriveva a questo ragazzo, gonfiandogli l’ego come un tacchino?” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“Devoti SMS al suo Dio Ivano” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“Lei era sentimentalmente genuflessa” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“I grandi amori si annunziano in un modo solo: appena lo vedi dici ‘Chi è questo stronzo?’ Con Ivano a lei è accaduto questo?” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“Lei praticava massaggi a Ivano Russo, ma sembra che a muovere le mani con efficacia felicemente terapeutica fosse anche Ivano Russo su di lei” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“Lei diciamo, non era una libellula, era in carne, florida. Nessuno ha mai detto ad una ragazza ‘Che belle ossa!'” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“Brad Pitt in confronto ad Ivano sembrava un bipede sgualcito” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“L’incauto giovanotto, mentre frenando i suoi ardori lombari s’inforcava le mutande, come si giustifica con lei?” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“Lei è una babbalona!” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“40 giorni come una buia quaresima” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“Suo marito non dà l’idea di un acuto pensatore” (Franca a Cosima, 11 marzo)

“Stralunato soliloquio” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“Quel suo dolore asciutto” (Franca a Sabrina, 11 marzo)

“Il confine che separava verità e menzogna, all’inizio, sembrava avere la robusta consistenza della gelatina” (Franca a Sabrina, 18 marzo)

“Michele non godeva di un particolare riscaldamento domestico” (Franca a Cosima, 18 marzo)

“La vita comincia e finisce a letto” (Franca a Cosima, 18 marzo)

“La notiziola ghiotta che in breve era circolata a fiato marcio” (Franca a Sabrina, 18 marzo)

“Questa versione di sontuosa imbecillità” (Franca a Sabrina, 18 marzo)

“Sabrina, o lei è una grande attrice e il teatro ha perso un grande talento…” (Franca a Sabrina, 18 marzo)

“Vivere nella stessa cella con sua madre è un conforto o un aggravio di pena?” (Franca a Sabrina, 18 marzo)

“36 anni di ben custodita bellezza” (Franca a Paolo, 25 marzo)

“La bellezza dell’asino, vale a dire la giovinezza” (Franca a Paolo, 25 marzo)

“Niente cuori, solo ardori lombari” (Franca a Paolo, 25 marzo)

“Ginnastica da camera” (Franca a Paolo, 25 marzo)

“Ala è un nome bello, mette le ali alla fantasia. Indubbiamente anche alla sua fantasia, Esposito” (Franca a Paolo, 25 marzo)

“Ignoro chi sia il santo protettore della Moldavia ma se fosse successo a Napoli avrebbero detto “San Gennaro ha fatto ‘o miracolo”” (Franca a Paolo, 25 marzo)

“O lei, come disperatamente afferma, è innocente oppure Totò Riina al confronto è un dilettante” (Franca a Paolo, 25 marzo)

“Un punto chiave nel diario, che diventerà dinamite nelle mani degli inquirenti” (Franca a Paolo, 25 marzo)