Pride Month: perché la comunità LGBT deve moltissimo a Sylvia Rivera

Categorie: LGBT

Chi è Sylvia Rivera?



Newyorkese di nascita, Sylvia Rivera è stata un’attivista LGBT. Il suo nome è diventato un’icona in seguito ai moti di Stonewall dell’estate del 1969, quando lei aveva poco più di 18 anni.

Orfana di madre e abbandonata dal padre, Sylvia Rivera – di origini portoricane e venezuelane – fu cacciata di casa dalla nonna quando aveva solo 11 anni perché aveva modi troppo femminili. Da allora visse per strada e venne accolta dalla comunità trans che si riuniva in case accoglienza auto-gestite.



Secondo varie ricostruzioni fu proprio lei – la notte fra il 27 ed il 28 giugno del 1969 – ad iniziare a ribellarsi alla polizia che per l’ennesima volta aveva fatto irruzione nel locale gay Stonewall Inn. Da allora in molti iniziarono a seguirla.



L’anno successivo si unì alla Gay Activists Alliance e poco dopo fondò lo Street Travestute Action Revolutionaries, gruppo dedicato ad assistere le persone trans rimaste senza un tetto sopra la testa perché cacciate di casa.

Inizialmente idolatrata ed amata, Sylvia Rivera successivamente venne ghettizzata dalla stessa comunità gay che non vedeva di buon occhio le donne transessuali, per questo motivo tentò più volte di suicidarsi. Alla fine però morì di tumore al fegato nel 2002 a soli 50 anni.

Qualche anno dopo – esattamente nel 2005 – New York le ha dedicato una strada.

Non sappiamo come si sarebbero potuti evolvere i fatti se quella notte allo Stonewall Inn non ci fosse stata Sylvia Rivera, ma alla luce di tutto – se oggi la comunità LGBT nei paesi occidentali è meno discriminata – è anche grazie a lei.