Marco Cartasegna parla di CoronaVirus e non ce la fa a farcela

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Marco Cartasegna qualche ora fa si è sfogato su Instagram parlando di CoronaVirus e commentando il discorso del sindaco di Milano che ha minacciato i suoi concittadini di chiudere i Navigli.



Il suo discorso ha però attirato numerose critiche, eccolo fedelmente riportato da IsaeChia.it:

“Di certo se abbiamo dovuto prendere delle misure così drastiche come il lockdown per
salvaguardare il sistema sanitario nazionale – che alla ne è il motivo principale per cui siamo
arrivati al lockdown – non è per il numero di ricoverati in terapia intensiva giovani. Il sacrificio
che ci è stato chiesto lo abbiamo accettato senza atare, in nome della collettiva e
soprattutto in nome dei nostri genitori e dei nostri nonni, perché il Covid-19 per i giovani
nella stragrande maggioranza dei casi è asintomatico o non porta sintomi gravi. Trovo
inaccettabile il modo in cui il sindaco di Milano Sala si è rivolto a chi ieri faceva aperitivo o
comunque era nella zona dei Navigli. Non fraintendiamoci, Sala ha ragione, non dovevano
stare lì, non è arrivato il momento del liberi tutti. Ma forse lui e chi si trova nelle posizioni di
potere hanno dimenticato il sacrificio che abbiamo fatto e stiamo ancora facendo in primo
luogo per loro. Certo siamo stati fortunati, un altro Coronavirus avrebbe potuto essere molto
più letale sulla nostra fascia di età, ma non possiamo parlare per ipotesi. Questo Coronavirus
per noi non è pericoloso, eppure siamo stati chiusi in casa come le fasce più a rischio.
Nessuno vuole vedere i suoi cari infettati, forse chi ieri era sui Navigli abita da solo, o tra
coetanei, e non ha contatti con le fasce più a rischio. [..] Non ho sentito di misure rivolte a noi
o di una fase 2 che andasse per fasce di età come trovo assolutamente più sensato. Faccio un
appello a chi si rivolge così ai giovani: pensateci bene, perché noi subiremo le conseguenze
peggiori, il peso del debito pubblico lo pagheremo noi, le vostre pensioni le pagheremo noi,
noi che abbiamo rinunciato a dei mesi della nostra vita e forse non era necessario che lo
facessimo. Ora il minimo che ci è dovuto è gratitudine e rispetto”.



E ancora:

“Ho letto i commenti sotto al post e ho notato che la gente non ha capito un ca**o del mio
discorso. Non ho detto che i giovani sono gli unici ad essersi sacrificati, ma ho detto che si
sono sacrificati e non erano tenuti a farlo, e nessuno sta riconoscendo questo sacrificio. Anzi
alla minima cosa vengono additati come responsabili, c’è un risentimento in Italia da parte di
tutti, una gran voglia di incolpare. E questi commenti vengono nella stragrande maggioranza
da parte di giovani che si sono fatti mettere i piedi in testa e non hanno interesse per il loro
futuro economico e sociale. Nessuno o comunque pochi hanno commentato quello che ho
detto sul debito pubblico che ci verrà lasciato o sulle misure inesistenti rivolte ai giovani. [..]
Siamo totalmente passivi e questo mi fa paura e mi fa inca**are! Portiamo la situazione
all’estremo: preferireste vivere una vita subendo, stando chiusi in casa, in cui quando
usciremo non troveremo la situazione di prima, che già per molti non era idilliaca, ma anzi con
una crisi ben peggiore, oppure preferireste rischiare, vivere la vita perché non siamo inniti e
non viviamo per sempre, e quindi sì il Coronavirus c’è, è pericoloso, per alcuni più che per altri
statisticamente, ma vivere, rischiare e vedere cosa succede. Io non ho dubbi a riguardo ma mi
sembra di essere l’unico”.



Insomma, mi dispiace dirlo ma questa volta Marco Cartasegna ha decisamente toppato.