L’Amore che non osa pronunciare il suo nome: il libro/progetto contro l’omofobia patrocinato dall’Arcigay

31 Mar 2020 Anthony Festa • Tempo di lettura: 6 minuti

Giugno 2018, sono passati quasi due anni da quando l'autrice Velo Rouge mi ha confidato di voler scrivere un libro sugli omosessuali che hanno fatto grande il mondo (o che in qualche modo hanno lasciato il segno nella storia dell'umanità) e di dar vita ad una campagna che sostenesse la lotta all'omofobia nel nostro paese. Quasi 24 mesi di scrittura, incontri e chiacchierate con diverse associazioni LGBT ed è nato L'Amore che non osa pronunciare il suo nome (che potete acquistare qui), non solo un libro, ma un progetto, patrocinato anche da Arcigay Milano. Un'iniziativa rainbow che mi sta particolarmente a cuore perché nata dall'idea di una ragazza che - pur essendo una nostra alleata - non fa parte della comunità LGBT e come ho detto più volte: le cose cambieranno davvero quando a sventolare le bandiere arcobaleno e ad alzare la voce per i nostri diritti ci saranno soprattutto donne e uomini eterosessuali.

L'Amore che non osa pronunciare il suo nome: Sinossi.

”L’amore che non osa pronunciare il suo nome” nasce dal rispetto, dall’amicizia, dalla voglia di fare di più. Qualcosa, di concreto, che vada al di là delle semplici parole, che sono importanti sì, ma a volte insufficienti. Specialmente in un momento storico e politico come quello attuale, in cui le lancette dell’orologio sembrano spaventosamente propense a tornare sempre più indietro… Tra queste pagine non c’è la presunzione di voler insegnare niente a nessuno, né tantomeno di spacciare per nuovo ciò che è già stato detto, scritto, visto, sentito o studiato centinaia –forse migliaia– di volte. Ma solo la voglia di guardare all’omosessualità con gli occhi della storia, mettendo da parte l’ormai vecchio e stantio pregiudizio autoindotto o per conto terzi figlio della pigrizia e dell’ignoranza. Ponendo invece l’accento sull’unica cosa che conta davvero. E cioè che al di là di quell’omosessualità, tanto osteggiata e denigrata, ci sono solo persone. Uomini e donne che amano. Semplicemente. Come tutti… Alcune storie le conoscevo già, altre invece le scoperte strada facendo e le ho amate tutte, indistintamente. Ho amato scriverle, raccontarle. Riportarle alla luce come un tesoro nascosto, restituendogli –almeno in parte– ciò che il tempo e l’uomo gli avevano ingiustamente negato per secoli e più mi addentravo in questi mondi perduti e lontani e più sentivo crescere la voglia di scavare più a fondo. Di saperne di più. Di perdermi tra le pieghe nascoste di ogni storia. Di immergermi in quella dopo ed in quella dopo ancora. Cinque libri di cui parte del ricavato verrà devoluto ad Arcigay Milano. Cinque tematiche su cui fermarsi a riflettere: Omosessualità nel mondo, Omofobia, Pride e Cultura, Coming Out, Discriminazione. Cinque progetti LGBT da far crescere e sostenere insieme: L’amore che non osa pronunciare il suo nome Vol. I Data di pubblicazione 28 Febbraio/21 Marzo 2020: Giornata Mondiale Della Giustizia Sociale Progetto: IO. Immigrazioni e omosessualità L’amore che non osa pronunciare il suo nome Vol. II Data di pubblicazione 17 Maggio 2020: Giornata Mondiale Contro L’Omofobia Progetto: Lotta contro l’omofobia nelle scuole L’amore che non osa pronunciare il suo nome Vol. III Data di pubblicazione 27 Giugno 2020: Gay Pride e Moti di Stonewall Progetto: Biblioteca e digitalizzazione L’amore che non osa pronunciare il suo nome Vol. IV Data di pubblicazione 07 Ottobre 2020: Giornata Mondiale Del Coming Out Progetto: Accoglienza e Telefono amico L’amore che non osa pronunciare il suo nome Vol. V Data di pubblicazione 20 Novembre 2020: Giornata Mondiale Della Memoria Transgender Progetto: Tutela legale, psicologia e counselling   Sostenere l’omosessualità, non significa avere tanti amici gay da esibire come un trofeo o dietro i quali nascondersi all’occorrenza… magari dopo essersi lasciati andare a qualche esternazione dal sapore tristemente omofobo. Sostenere l’omosessualità è un atto di giustizia sociale e pertanto, significa combattere anche al fianco di chi non si conosce. Farsi carico di realtà che non ci appartengono ma che al tempo stesso ci riguardano da vicino… come persone. Come esseri umani. All’interno del fenomeno immigrazione, sempre più preponderante in Italia e nel resto d’Europa, esistono molteplici realtà. Uomini, donne, bambini, famiglie… Alcuni partono in cerca di un futuro migliore, altri nella speranza di ricongiungersi ai propri familiari, altri ancora scappano dalla guerra, dalle persecuzioni raziali e religiose. Accanto a loro è presente un sempre più nutrito numero di persone omosessuali e transessuali, che giungono nel nostro paese nella speranza di sottrarsi alle folli leggi criminali di cui sono vittime in patria a causa del proprio orientamento sessuale. Ad oggi, sono infatti 64 gli stati nel mondo in cui l’omosessualità è ancora criminalizzata, osteggiata e punita con pene severissime. Paesi come il Sudan, l’Iran, lo Yemen o l’Arabia Saudita in cui è prevista la morte o come l’Uganda, lo Zambia e la Guyana dove si rischia invece il carcere a vita. Accogliere però non basta: ”Una volta giunti in Italia i migranti LGBT incontrano sul loro percorso di integrazione ostacoli specifici che si aggiungono a quelli normalmente sperimentati dagli stranieri. In particolare, i servizi rivolti ai migranti sono progettati e forniti senza considerare la dimensione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Questo limita l’efficacia della relazione operatore-utente, diminuisce l’incisività di alcuni interventi (per esempio nel supporto e nell’orienta¬mento) e può addirittura dimostrarsi controproducente (come le campagne sanitarie per la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale, pensate per stranieri ma che non fanno menzione delle possibilità di contagio tra persone dello stesso sesso). Dall’altro lato i servizi forniti dalla comunità LGBT sono forte¬mente collegati al modello culturale di uomo-gay e donna-lesbica occidentali, modelli in cui molti mi¬granti con comportamenti omosessuali non si riconoscono.” Il progetto ”IO: immigrazioni e omosessualità” si propone di: -Dare voce ad un tema spesso sottaciuto; -Introdurre il tema dell’intercultura all’interno del mo¬vimento GLBTQ italiano ed il tema dell’orientamento sessuale all’interno del movimento che si occupa di mi¬granti in Italia; -Ridurre il razzismo tra le persone GLBTQ italiane e l’omofobia tra le persone migranti nel nostro Paese; -Dare un aiuto tecnico a quei migranti che si rivolgono al gruppo attraverso la rete creata con le associazioni che da anni si occupano di immigrazione.      
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