Legge anti-omofobia, Conte apre le porte alla Cirinnà nel nuovo Governo

02 Set 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Da quando Matteo Salvini ha deciso di far cadere il Governo, Sergio Mattarella - dopo varie consultazioni - sembrerebbe aver trovato una maggioranza in Parlamento con l’accordo fra il Movimento 5 Stelle ed il Partito Democratico che alle ultime elezioni politiche hanno ottenuto rispettivamente il 32% ed il 19%. La Lega, che ha da poco abdicato, prese il 17%. Il nuovo Governo, che se tutto va bene dovrebbe debuttare nei prossimi giorni, sarebbe presieduto da Giuseppe Conte che - intervistato da Il Fatto Quotidiano - ha aperto le ipotetiche porte alle ministre donne e quindi, teoricamente, anche alla Cirinnà.
"Lavorerò per evitare una squadra tutta maschile e garantire alle donne un adeguato riconoscimento. Il tema dei ministri adesso non è la massima premura, che in questo momento è il programma. E definendo le linee strategiche chiederò indicazioni in modo da consentirmi di scegliere la migliore squadra. Il Pd e il M5s sono due forze che hanno vissuto da antagoniste sul piano politico. Ora vedo un clima di lavoro positivo, finalizzato a un progetto comune per il bene del Paese. Sono tutti disponibili ad accantonare il passato e concentrarsi sul progetto per il Paese".
Se il nuovo Governo dovesse andare in porto e se Conte manterrà la promessa di un adeguato numero di donne come ministre, Monica Cirinnà potrebbe davvero ambire al ministero delle pari opportunità o della famiglia, che è stato fino a qualche mese fa capeggiato dall'omofobo ministro Fontana che aveva dichiarato che le famiglie gay non esistevano. Intervistata da La Stampa, la Cirinnà ha di nuovo parlato della legge anti-omofobia, che potrebbe quindi ben presto essere approvata. La senatrice ha infatti dichiarato che nonostante il M5S abbia una posizione complessa e plurale in materia di diritti, è possibile far immediatamente passare una legge anti-omofobia già presente nei cassetti del Senato, dato che in realtà ce ne sarebbero ben due: una a firma della politica Maiorino ed una proprio della Cirinnà.
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